I sistemi di gestione di sicurezza sul lavoro sono importanti per una migliore conduzione della sicurezza aziendale, mitigazione del rischio e riduzione dei fenomeni infortunistici.
Più in generale strumenti di compliance come gli ormai noti “Modelli di Organizzazione e Gestione”, conosciuti con l’acronimo MOG seguito dal numero 231 che identifica il numero del decreto legislativo di riferimento o le piattaforme di Risk Management sono in grado di migliorare (anche) le performance aziendali in ambiti diversi da quelli strettamente legati al tema della salute e sicurezza dei lavoratori.
Nel tempo la sicurezza sul lavoro è evoluta dal command and control, una strategia regolatoria la cui essenza è collegata all’influenza che si ottiene con l’imposizione di standard fissi associati alla presenza di meccanismi sanzionatori, alle logiche sistemiche.
Ora il passo successivo è passare dal sistema all’interdipendenza.
Nel 1994 il dottor Vernon Bradley, uno dei membri del gruppo di lavoro voluto dall’Amministratore Delegato dell’azienda chimica DuPont di Wilmington in Delawere (USA) per diminuire, fino a provare ad azzerare, gli infortuni sul lavoro, mise a punto quella che ancora oggi è conosciuta come Dupont Bradley Curve.
Lo studio propone delle conclusioni interessanti, evidenziando i fattori umani negativi che minano lo sviluppo della cultura della sicurezza. Tra questi, viene citata l’inefficiente comunicazione interna e la cosiddetta “Silo –Mentality”, ovvero una certa riluttanza a condividere le informazioni con dipendenti di diverse divisioni/aree/dipartimenti nella stessa azienda.
La sfida – anche in fatto di compliance – consiste nel comunicare al meglio ai propri dipendenti e collaboratori, ma anche ai clienti, ai media (old, come giornali e bacheche e new, come ad esempio i social media), a ciascuno dei soggetti direttamente o indirettamente coinvolti in uno o più progetti o attività di un’azienda (i cosiddetti stakeholder) un reale impegno a favore della sicurezza.
La sicurezza quindi da adempimento legislativo, più o meno, obbligatorio a sistema per la creazione di un processo lavorativo di qualità fondato, a tutti i livelli, su migliori interazioni.
L’esperienza ci dice che organizzazioni più ordinate, trasparenti, con valori comunicati in maniera chiara, rimuovono, anzitutto al loro interno, gli spazi di opacità perché è in un ambiente segnato da scarsa trasparenza e intricate procedure che si verificano gravissime inefficienze e inadempienze.
Anche lo stile, in fatto di comunicazione, necessita, rispetto al recente passato, di una profonda rivisitazione. La semplificazione dei linguaggi, l’adeguamento – del modello – alle esigenze di un mondo velocissimo e di un mercato estremamente dinamico, di una società in continua fibrillazione sono elementi decisivi nei processi aziendali.
L’idea è che la compliance non deve servire solo all’azienda, ma che possa contribuire, in maniera attiva e positiva, a qualcosa di più ampio, che va oltre i confini del lavoro.
Norfolk Southern, la società che gestisce la più vasta rete intermodale degli Stati Uniti d’America, è attualmente tra le aziende di trasporto più sicure, vicine ai clienti e di successo nel mondo. Nonostante i tanti riconoscimenti in fatto di sicurezza (tra cui il primato per il bassissimo numero di infortuni sul lavoro) l’azienda ha scelto di dotarsi anche di una piattaforma di comunicazione.
La campagna di branding “I am Coming Home”, nata coinvolgendo dirigenti, dipendenti e collaboratori, ha visto aumentare la credibilità dei protocolli di sicurezza adottati e rafforzato – soprattutto all’esterno – l’impegno dell’azienda per la sicurezza delle proprie maestranze.
“I am Coming Home”, uno slogan semplice, ma denso di significato capace di racchiudere tutte le ragioni più significative per cui, a tutti i livelli, Norfolk Southern lavora in sicurezza: tornare a casa ogni giorno.
L’ex direttore operativo dell’azienda, Mark D. Manion, ha spiegato come integrare una campagna di comunicazione permanente al progetto legato alla sicurezza non solo ha fatto aumentare nei dipendenti e nei collaboratori la percezione di sicurezza sul luogo di lavoro ma ha consentito all’azienda di migliorare (anche) le performance economiche, una su tutte: la razionalizzazione dei costi e un maggiore appeal sul mercato.
Avere una visione capace di unire materie apparentemente distanti aiuta a costruire nuove opportunità sia verso l’interno che verso l’esterno trasformando, di fatto, quelle che vengono vissute come voci di spesa in veri e propri investimenti capaci, tra le altre cose, di aumentare il valore del proprio brand sul mercato.